Mino
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Se penso a chi più ha inciso sulla mia formazione di quest’ultimo decennio non posso che pensare a Mino Argentieri, compagno, amico, maestro, storico e critico cinematografico tra i primi militanti (e forse l’ultimo) di un’avanguardia culturale italiana che concepiva la critica cinematografica come percorso di elaborazione culturale. Da l’Unità a Rinascita ai numerosi volumi scritti, alla cattedra di Storia del Cinema all'Istituto Universitario Orientale di Napoli, all’iniziativa di fondare nel 1960 ‘Cinema60’, insieme a Tommaso Chiaretti, Spartaco Cilento, Lorenzo Quaglietti e Giovanni Vento con l’intento di rivalutare la critica cinematografica impostata su una preparazione prevalentemente culturale, di confronto e lontana dai condizionamenti commerciali. Mino ha collaborato con Diari di Cineclub sin dall’inizio sostenendoci per la scelta dell’indipendenza e della visione di una politica culturale portata avanti. Ha teorizzato il cinema non come forma ma con contenuto umano, poetico, ideologico portandolo sempre più a vedere il cinema nell’insieme di tutte le espressioni artistiche, Poesia, Teatro, Letteratura, Musica e a combattere la cinefilia, perché ci ha sempre avvertito qualcosa di molto arido, ristretto e snobistico, la stessa cinefilia che si diverte a rivalutare film trash, che alimenta la diffusione di un sapere senza significato orientato al mercato e al profitto, incapace di promuovere la formazione di un pubblico responsabile.
Ci ha lasciato il 22 marzo del 2017. Oggi 13 agosto avrebbe compiuto 91 anni.
Caro Mino, siamo in tanti che ti hanno conosciuto e amato e intendiamo proseguire la tua battaglia. Angelo Tantaro
*Su Diari di Cineclub in uscita il 1° settembre un affettuoso ricordo a firma di Ivano Cipriani.
**Per tutti coloro che lo hanno conosciuto ma anche per coloro che non lo hanno mai incontrato e che vorranno fargli visita, ricordiamo che Mino Argentieri riposa a Roma al cimitero Flaminio (Prima Porta) Riquadro 104, Fila 19, Fossa 13.
Mino Argentieri - Acquarello su carta, illustrazione di Giampiero Bazzu (Sassari) su foto di Angelo Tantaro