Tutta la cultura può e deve essere gratuita.

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“Giusto fermarle, creava condizioni invivibili per visitatori, opere e lavoratori. ⁩Ora si lavori per un patrimonio culturale gratuito sempre, per tutti. Basterebbero 100 milioni l’anno.”
Stralcio di un’Intervista allo storico dell’arte ed editorialista Tomaso Montanari (fiorentino, professore ordinario di Storia dell'Arte moderna all'Università degli Studi di Napoli “Federico II”), che sulla proposta di abolizione delle domeniche gratis nei musei dichiara:
Quanto costerebbe rendere l’accesso gratuito sempre?
Più o meno 100 milioni l’anno. Non è una cifra eccessiva. Basterebbero un po' di risorse in più o qualche taglio mirato per rientrare dell'investimento. La gratuità dei musei favorirebbe l’intimità degli italiani con il proprio patrimonio culturale. Il che è fondamentale per realizzare una società più evoluta. Spesso in Inghilterra, dove l'ingresso ai musei è gratuito, le persone approfittano della loro pausa pranzo per andare ad ammirare un Piero della Francesca o un Canaletto. Senza fare la fila. Cosa che da noi c'è sempre. L'idea che la cultura debba essere profittevole è assurda, oltre che fuori mercato. Peraltro l'idea che i profitti si debbano fare con lo "sbigliettamento" ai musei è vecchia e sbagliata. L’economia del patrimonio culturale deve puntare sui servizi annessi – sugli spostamenti, sui viaggi, pranzi, cene – generati dal movimento di persone verso le opere d'arte. Finora la posizione di Bonisoli, forse per la sua formazione manageriale, sembra essere in continuità con quella di chi l'ha preceduto. Ma lo ripeto: pensare a far profitto direttamente dalla cultura è dannoso, oltre che impossibile. Certo, si potrebbe partire rendendo gratuiti i piccoli musei, ma non sarebbe giusto. Rischieremmo di consacrare una divisione tra patrimonio di serie A e serie B. Invece no. Tutta la cultura può e deve essere gratuita.
Per finanziarne l'iniziativa, Franceschini abolì la gratuità nei musei agli over 65. Cancellando difatti uno dei principi basilari e sacrosanti del nostro stare insieme in una comunità. Da bambino è così che ho conosciuto l'amore per la bellezza e per l'arte: perché mi ci portavano i miei nonni. A cui era consentito, dopo aver lavorato una vita, di entrare gratis ad ammirare quadri e sculture.
 
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