Lettera aperta a Claudio Amendola
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Caro Claudio, sei un bravo attore e pure un bravo regista. Di recente però ti abbiamo visto spesso fare anche l'opinionista televisivo in brutte trasmissioni, come ad esempio il Grande Fratello. In un altro spot pubblicitario sei apparso quale rassicurante comandante della Guardia Costiera.
Da un po' di tempo ti vediamo ancora nel piccolo schermo a dire in modo ammiccante: “Io sono membro del più grande gruppo di scommesse sportive online al mondo”. Sebbene, subito dopo, una voce fuori campo a sfumare avverta te e il pubblico che “Il gioco è vietato ai minori e provoca dipendenza”.
Nel nostro Bel Paese è vietato pubblicizzare armi, pornografia, sigarette, droga, superalcolici e tutto ciò che c'è di pericoloso e può nuocere alla vita e alla salute dell'uomo. La pubblicità delle scommesse è invece libera e la fanno fare a personaggi popolari, a calciatori importanti e attori seri e bravi come te. Questi spot contribuiscono a fare migliaia di vittime di una malattia che si chiama ludopatia.
‘A Claudio, stai a sbaglià! Ci sono oggi tanti giovani e no disarmati di fronte a questi e a tanti altri messaggi nefasti del sistema di comunicazione di massa e del mercato. Persone come te hanno una grande responsabilità sul piano formativo. Pensaci e fai un gesto normale e naturale. Recupera credibilità e fatti paladino di un altro messaggio che dica che le scommesse sono come la droga e l’alcol. Sarebbe questo un atto di ripensamento che darebbe valore al tuo essere di artista e di uomo.
Diari di Cineclub
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Nella foto: “Noi e la Giulia” (2015) di Edoardo Leo