Il libro bianco di Pasolini
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Con un’intervista a Furio Colombo
Francesco Aliberti, Alessandro Di Nuzzo, Enzo Lavagnini
Pubblicato a pag. 63 Diari di Cineclub n. 103 | Marzo 2022
DETTAGLI
Pubblicato | 2022
Prezzo | 19,90
DESCRIZIONE
«A Pasolini era chiaro quello che stava succedendo: sapeva benissimo che non erano normali le azioni giudiziarie che ogni tanto scattavano nei suoi confronti.
Era come se lui travalicasse i punti non consentiti, i comportamenti non ammessi nella società del tempo».
(Furio Colombo)
«Caro Calvino,
[...] L’“Italietta” è piccolo-borghese, fascista, democristiana; è provinciale e ai margini della storia; la sua cultura è un umanesimo scolastico formale e volgare. Vuoi che rimpianga tutto questo? Per quel che mi riguarda personalmente, questa Italietta è stata un paese di gendarmi che mi ha arrestato, processato, perseguitato, tormentato, linciato per quasi due decenni».
(Pier Paolo Pasolini, Lettera aperta a Italo Calvino: Pasolini: quello che rimpiango, 1974) Il Libro Bianco delle sentenze / stilato contro di me dalla magistratura italiana / sarà il libro più comico / Per me è stato una tragedia.
Trentatré processi. Centinaia di udienze. Tre condanne in primo grado; due assoluzioni nei gradi successivi, un paio di amnistie. Numeri da capo della criminalità. Invece stiamo parlando del più importante intellettuale del secondo Novecento italiano: Pier Paolo Pasolini. Fu persecuzione giudiziaria? Per rispondere a questa domanda, si è ritenuto di dover stilare, nel centenario della nascita, quello che Pasolini stesso aveva suggerito: il Libro Bianco della sua odissea con la giustizia italiana. Trascrizioni degli interrogatori. Requisitorie dei PM. Sentenze. Articoli di quotidiani e riviste. Questo volume parla prima di tutto attraverso i documenti; entra nelle aule di giustizia, fa parlare i protagonisti con la loro stessa voce, come in un dramma teatrale.
Certo, è forte l’impressione che, come scrisse Stefano Rodotà, contro Pasolini si sia celebrato “un processo” con una sola finalità: “Mettere in dubbio la legittimità di un’esistenza”, di quella coscienza scomoda e potenzialmente devastante che in tanti, nel Paese, temevano.
- Francesco Aliberti, nato a Sassuolo, editore e giornalista, vive e lavora fra Novellara e Roma. Si è laureato in Italia- nistica con Ezio Raimondi con una tesi su Pasolini lettore di Longhi. Ha pubblicato con Roberto Villa, Pasolini e la scuola. È coautore con Vauro Senesi del libro Lo straccio rosso, prefazione di Luciano Canfora (2020).
- Alessandro Di Nuzzo è giornalista, scrittore e responsabile editoriale di Aliberti editore dal 2001. Ha curato diversi volumi sulla letteratura italiana e straniera, come Leopardi. Ricette per la felicità (2015); Poeti francesi del vino (2016); Dante e la medicina (2021). Il suo primo romanzo, La stanza del principe (Wingsbert House-Aliber- ti, 2015), ha vinto il Premio Mazara del Vallo Opera prima. È autore con Alessandro Scillitani del docufilm Centoventi contro Novecento. Pasolini contro Bertolucci (2019).
- Enzo Lavagnini (Roma), critico, autore e scrittore, si occupa di storia del cinema. Ha pubblicato: Pasolini (Sove- ra, 2009); Il giovane Fellini nello splendente fulgore della vita (Palombi, 2011); Rapporto Confidenziale. Luigi Di Gianni, cinema e vita (Nuova Cultura, 2012). Inoltre ha contribuito al volume, Il maestro e la meglio gioventù: Pasolini e la scuola (Aliberti, 2005). Scrive per “Bookciak magazine”, “Diari di Cineclub”. È responsabile dell’Archivio Pier Paolo Pasolini di Ciampino. È nel Comitato Scientifico del “Centro Studi e Ricerche Pier Paolo Pasolini” (Università emui EuroMed - Universidad Compluten- se - Madrid / Roma). È componente del Cda del Consorzio Sistema Bibliotecario dei Castelli Romani.
Volumi pubblicati per il centenario